Rifiuti organici trasformati in energia, ci siamo quasi

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I ricercatori dell’Università RMIT in Australia hanno sviluppato una tecnologia innovativa chiamata PYROCO, basata su antiche tecniche amazzoniche e che trasforma i rifiuti organici in una preziosa risorsa energetica chiamata biochar.

Questa tecnologia, che ha superato diverse fasi di test, si avvicina sempre più alla commercializzazione, offrendo prospettive positive per la riduzione delle emissioni in Australia.

La PYROCO opera sfruttando elevate temperature, in modo tale da convertire i rifiuti ad alto contenuto di carbonio in biochar, una sostanza con molteplici utilizzi. I rifiuti organici provenienti da case, e industrie, spesso contengono composti di carbonio che, se non adeguatamente trattati, possono finire nelle discariche, dove, elaborati da microrganismi, rilasciano carbonio nell’atmosfera.

PYROCO è il nome commerciale dato alla tecnologia di pirolisi che i ricercatori della RMIT utilizzano per convertire questi biosolidi in una sostanza simile al carbone chiamata biochr.

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Attraverso questo processo, i biosolidi derivati dai rifiuti organici, vengono sottoposti a temperature elevate in assenza di ossigeno, trasformandoli per l’appunto in biochar, una forma di carbonio stabile che non contribuisce all’emissione di gas serra nell’atmosfera.

L’utilizzo di questa tecnologia potrebbe rivoluzionare la gestione dei rifiuti organici, trasformandoli in risorse utili e riducendo l’impatto ambientale negativo associato alle discariche.

Questo approccio innovativo potrebbe fornire un metodo sostenibile per ridurre le emissioni di carbonio e promuovere pratiche più eco-sostenibili nell’industria e nelle comunità locali.

Mentre la tecnologia si avvicina alla commercializzazione, offre speranza nel perseguire un approccio più ecologico alla gestione dei rifiuti, con la possibilità di trasformare un problema ambientale in un’opportunità di energia sostenibile e versatile per molteplici applicazioni.

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